La risposta al presidente di Sasa, Stefano Pagani, non pubblicata

23 Set

Sono trascorse ormai tre settimane dall’invio della sottostante lettera al giornale Alto Adige, ma evidentemente non s’è ritenuto (per carità, legittimamente visto che sono scelte redazionali) di pubblicarla.

I temi che il fulgido presidente di Sasa, Stefano Pagani, ha sollevato nella sua lettera pubblicata sia sul giornale Alto Adige, sia su salto.bz (evidentemente ha ritenuto di rispondermi così dopo i tanti miei articoli su quel portale) sono il paradigma dell’incapacità di confrontarsi con il sottoscritto, che ha ritenuto di non citare.

Praticamente mi ha criticato perché… ho criticato ma senza rispondere ad una sola delle tante domande che ho posto negli ultimi cinque anni.

Il sig. Pagani è presidente di una società partecipata da tre comuni (Bolzano, Merano e Laives), quindi totalmente pubblica, ma che quando viene messo di fronte ad argomenti concreti e, soprattutto, scomodi, non risponde. Da sempre. Non un bell’esempio per chi riveste una carica para-pubblica. La sua recente conferma effettuata durante la gestione commissariale del Comune di Bolzano rimane uno degli atti più discutibili adottati dal Commissario straordinario. Anche a questo mio articolo, zero reazioni. Un bel muro di gomma, in poche parole.

Qui sotto il testo della lettera non pubblicata.

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Vorrei replicare al presidente di Sasa che, pur non citandomi, mi ha bacchettato nella sua lettera del 21 agosto per aver “pedissequamente criticato le scelte” di Sasa. Solo che non ha in sostanza mai risposto nel corso degli ultimi anni alle mie considerazioni, né c’è mai stato un confronto pubblico in merito. Pazienza, prendo atto di questo j’accuse piuttosto risentito ma puerile. Pagani non va oltre disperdendo il suo ragionamento su bus elettrici e decarbonizzazione di cui prendo atto, ma prendendo altresì atto che sono scelte non di Sasa ma della Provincia, come egli stesso ha confermato recentemente ai media.

L’elettrificazione è sì sulla bocca di molti, soprattutto politici dopo il dieselgate, ma mi sembra che proprio non si abbiano presenti i problemi e, soprattutto, quali alti costi queste soluzioni, fra l’altro tuttora sperimentali, comportino, forse solo per coprire l’acquisto all’ingrosso di decine di bus a gasolio?

Altrettanto discutibile l’affermazione che le scelte “necessitano coraggio e comportano l’assunzione di responsabilità per le decisioni prese”. A me non sembra poiché alle mie ripetute e fondate critiche rivolte all’acquisto dei bus a gasolio nel 2011/12, Pagani praticamente non ha mai risposto. Non solo, ciò che egli affermò allora pubblicamente, assieme all’ex direttore Rampelotto, a giustificazione della scelta dei bus a gasolio, è stato smentito da una recente pubblicazione dell’ente francese CATP che mette nero su bianco che le emissioni dei bus a metano da anni sono notevolmente inferiori rispetto a quelli a gasolio, anche per gli attuali bus Euro VI. Lo dissi allora, ma non fui creduto, anzi fui deriso a cui si aggiunge il tuttora perdurante disinteresse degli enti locali, della politica e delle organizzazioni ambientaliste. Ciò ora è scritto nero su bianco e sbugiarda non pochi. Perché non se ne discute?

Mi sembra che alla fin fine il tema sia quello del rinnovo della concessione che fa traballare la seggiola presidenziale di Sasa. Ci pensi su caro Pagani, se cinque anni fa aveste scelto bus a metano, avreste avuto una particolarità da poter giocare per un eventuale affidamento “in-house”, invece siete cascati in quello che potrei definire oggi un bel trappolone.

Trento e Verona, per non andare troppo lontano, la scelta pro metano l’hanno fatta. Sasa no e invece è addirittura sulla via della dismissione della flotta a metano, ma non lo si dice. Perché? Tra l’altro in barba al Piano Clima 2050. Questo è il problema, attualissimo poiché Sasa dovrebbe sostituire presto una cinquantina di bus vetusti, compresi alcuni a metano. Pagani finora si è distinto nel non affrontare il tema, forse perché si è già deciso di prenderli tutti diesel e non lo si vuole dire ai/alle cittadini/e? A me basta vedere cosa buttano fuori dallo scarico i bus gialli diesel di Sasa acquistati solo cinque anni fa.

Sul rinnovo della concessione, che mi sembra il fulcro del lungo intervento del presidente di Sasa, è un problema politico-amministrativo provincial-comunale su cui non mi addentro. Mi sembra invece inopportuno confondere i due piani, la scelta della trazione e il rinnovo della concessione. Il problema vero è quale grado di autonomia ha Sasa nelle scelte strategiche del rinnovo della flotta che, a mio avviso, appare inesistente. Su questo Pagani non ha detto nulla disperdendosi in ampollosi quanto vuoti ragionamenti. Non è una novità in questi ultimi sei anni, purtroppo.

L'intervista al presidente di Sasa, Stefano Pagani, al telegiornale di TCA (1.8.2016)

Il presidente di Sasa, Stefano Pagani (dal telegiornale di TCA del 1.8.2016).

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