Archivio | luglio, 2013

Elezioni e presentazioni, una slide è sufficiente – Wahlen und Vorstellungen, eine Slide genügt

31 Lug

Un progetto da 30,9 milioni di Euro, ma le cifre esatte non sono note visto che andrebbero aggiunti anche i costi dell’IIT, attivo da anni. Ma per gli autobus a idrogeno è bastata una slide per riassumere il progetto da parte dell’assessore provinciale Widmann il 30 luglio, ovviamente sempre senza alcun dato sulle cifre spese e sui contributi europei a copertura. Se questa è trasparenza…

A ben guardare c’è il logo della Sasa e a questo punto si comincia a capire perchè l’ormai ex direttore della Sasa in pensione solo i bus H2 sono ideali per la riduzione delle emissioni di CO2 in occasione della presentazione dei nuovi bus… a gasolio. Complimenti, intanto però, come scritto tante volte, da una parte 5 bus a idrogeno, dall’altra 41 bus a gasolio. Una coerenza… ineccepibile nella sua contraddizione!

La scarna slide riservata alla mobilità pubblica sostenibile.

La scarna slide riservata alla mobilità pubblica sostenibile.

 

Vom H2-Projekt kennt man die exakten Kosten nicht, wobei auch die Kosten des IIT hinzugefügt werden sollten. Im Rahmen der Pressekonferenz des LR Widmann vom 30. Juli genügte scheinbar nur eine Slide, um das Projekt der Wasserstoffbusse wieder einmal zu präsentieren, wohlgemerkt ohne jegliche Daten über Kosten und diesbezüglichen Beiträge seitens der UE. Wenn man das als Transparenz bezeichnen kann…

Kurios, auf dem Bus wurde der Sasa-Logo angebracht. Na ja, jetzt hat man die Erklärung, wieso der ehemalige Sasa-Direktor erklärte, dass nur die H2-Busse die beste Lösung sind, um die CO2-Emissionen zu reduzieren… anlässlich der Vorstellung der Dieselbusse. Kompliment! Aber, wie mehrmals berichtet, 5 H2-Busse und auf der anderen Seite wurden 41 Dieselbusse angekauft. Perfekte Kohärenz…  unantastbar widersprüchlich!

Die einzige Slide, die der nachhaltigen Mobilität gewidmet wurde.

Die einzige Slide, die der nachhaltigen Mobilität gewidmet wurde.

Tirol, mehr Erdgastankstellen als Südtirol, aber alles hat eine einfache Erklärung: Fehlentscheidungen!

30 Lug

Heute 30. Juli wurde in der Tageszeitung “Dolomiten” der Brief bezüglich der Erdgastankstellenanzahl in Tirol veröffentlicht.  Also, keine Lorbeeren für das Land, aber, wie geschrieben, ist man wahrscheinlich zu stark mit Wasserstoff als Wundertreibstoff der Zukunft beschäftigt ohne die heutigen alternativen Treibstoffen zu berücksichtigen.

Mal wetten, dass auch diesmal niemand antworten bzw. Stellung nehmen wird?

Update: E in proposito anche una mia lettera pubblicata il 1° agosto sul Corriere dell’Alto Adige.

E vai con lo spreco: 9,9 milioni di Euro per tre bus a idrogeno e stazione di rifornimento!

28 Lug

Ecco, notiziona estiva per lo spreco H2 in salsa meneghina: arrivano gli autobus a idrogeno per una “svolta antismog”.

La cosa impressionante sono i costi (sempre dall’articolo) visto che il «pacchetto H» è costato in tutto 9,9 milioni di Euro:

800.000 Euro da parte di ATM
3,5 milioni la UE
4,2 regione Lomabrdia
1.4 Comune di Milano

Fra l’altro i tre MB Citaro a idrogeno (5,4 milioni di Euro riprendendo il costo unitario di Bolzano e di Brugg, il resto probabilmente per la stazione di rifornimento…) sono dei modelli preserie e legittimamente viene il dubbio di chi sia l’effettivo beneficiario di questa spesa mostruosa…

Ecco, per 9,9 milioni di Euro si potevano comprare una QUARANTINA di autobus a metano e, facendoli andare a biometano, si riducevano le emissioni di CO2 del 90% circa. E comunque col metano “normale” già c’era un risparmio dal 10 al 20% delle emissioni di CO2, sorvolando, ma mica tanto, poi sulle estreme basse emissioni di NOx, CO e HC e zero particolato.

E fra l’altro di certo a Milano, anche se nell’articolo non lo si scrive, l’idrogeno sarà ricavato dal metano, sai che trovata!!!

Domanda: a chi giova tutto ciò? Per avere una patacca “green” da appore sui vari siti internet di chi ha finanziato il progetto?

Uno dei tre bus a idrogeno di ATM del progetto europeo Chic. (Fonte: ATM)

Uno dei tre bus a idrogeno di ATM del progetto europeo Chic. (Fonte: ATM)

Convegno sull’idrogeno del 10 maggio a Trento: parole, parole parole! Nessuna risposta agli sprechi della Val di Fiemme e della centrale di idrogeno di Bolzano Sud!

24 Lug

Come volevasi dimostrare, il convegno del 10 maggio tenutosi a Trento su “Idrogeno fra futuro e presente” altro non è stato che una risposta indiretta alle “osservazioni” fatte dal sottoscritto sul tema degli ultra costosi minibus a idrogeno e la (assurda) stazione di rifornimento di Panchià (assurda perché invece di realizzare – finalmente – qualche distributore di metano atteso da anni in val di Fiemme, si sono letteralmente buttati dalla finestra 1,5 milioni di Euro… su un terreno privato). Nessuna novità soprattutto dalle relazioni del presidente dell’IIT Huber e dell’A22 Costa, tante parole, tante prospettive…

Se qualcuno vuole farsi un’idea di ciò che è stato detto, qui si trovano le relazioni (file zip). Cosa ci faccia pure un filmato istituzionale-pubbliciatario della Linde, lascio a chi legge di riflettere, forse perché ha realizzato il distributore H2 di Panchià?

Scarso il rilievo dato dai giornali locali trentini. L’Adige vi ha dedicato il giorno successivo spazio in termini istituzionali senza approfondire (forse i politici locali farebbero bene a leggere alcuni commenti inseriti…). Nulla il “Trentino”, non pervenuto il “Corriere del Trentino”.

Sempre sul tema idrogeno in Trentino, il 18 aprile il consigliere prov.le Mauro Delladio presentava un’interrogazione dal titolo “Bus a idrogeno: un fallimento annunciato! costi faraonici e mezzi fermi”, a cui il 21 maggio rispondeva il presidente f.f. della Giunta Provinciale Trentina Pacher. Ognuno può farsi un’idea di questa risposta che non pone di certo al centro alcuna riflessione per aver buttato i soldi dalla finestra, ma tant’è visto che non c’era d’aspettarsi altro. Fra l’altro una risposta ufficiale che giustifica il non indicare il proprietario del terreno di Panchià in base alla vecchia legge sulla Privacy (675/1996) che è stata abrogata “solo”, si fa per dire, 10 anni fa (!) essendo stata sostituita dal D.Lgs. 196/2003, non può che far pensare.

Il 17 luglio ho inviato ai tre giornali trentini la sottostante lettera. Zero pubblicazioni. Legittimo che i giornali decidano cosa pubblicare, ma, chissà, forse che con l’avvicinamento delle elezioni provinciali non sia il “caso” di insistere oltre sull’argomento?

La recente risposta ad un’interrogazione in consiglio provinciale sui minibus a idrogeno non ha certo dato risposta sull’utilità di aver speso la fantasmagorica cifra di 3,1 milioni di Euro per due minibus, oltre a 1,5 milioni di Euro per la realizzazione della stazione di rifornimento a Panchià, più 30.200 Euro di affitto per due anni. Tralascio di soffermarmi nuovamente sullo spendere 4,5 milioni di Euro che sarebbero potuti essere investiti in minibus e bus a metano e non certo per solo due mezzi. Ecco il punto, affitto per solo due anni? E dopo? Curioso poi, se non fosse quasi tragico, che si citi la normativa privacy della L. 675/96 per non dire chi è il proprietario del terreno, legge che però è stata abrogata ben dieci anni fa dal D.Lgs. 196/2003. Che questi due minibus siano tuttora operativi non cambia la circostanza che chi ha preso la decisione di finanziare il tutto non abbia avuto le idee propriamente chiare su quali siano le esigenze del trasporto pubblico. In Trentino si continuano a comprare autobus a gasolio o ibridi a gasolio quando l’alternativa c’è e sono i bus a metano. Ma ho l’impressione che il Trentino, alla pari dell’Alto Adige, sia entrato nel circolo vizioso di voler farsi bello con l’idrogeno per avere una bella patacca “green” da esibire, ma poi cerca di risparmiare il massimo nell’acquisto di bus nuovi scegliendo quelli a gasolio, se non quelli ibridi a gasolio, sulla cui efficienza le opinioni sono assai discordanti. Fra l’altro anche il convegno sull’idrogeno a Trento del 10 maggio altro non è stato che una fiera di belle intenzioni futuribili e con prospettive del tutto incerte che non ha di certo contribuito a fornire chiarezza, tutt’altro. L’alternativa c’era e c’è a tutt’oggi e sono i bus a metano. Un po’ più cari all’acquisto, non certo le cifre folli dei mezzi a idrogeno, ma, consumi e costi di carburante alla mano, il maggiore esborso viene ammortizzato velocemente in 3-4 anni per il costo assai minore del metano rispetto al gasolio. Se anche nei paesi nordici, che avevano puntato in passato tutto sull’idrogeno come la Danimarca, stanno puntando a questi bus per farli funzionare col biometano ottenendo risparmi di emissioni di CO2 vicini a quelli di un bus a idrogeno, un motivo ci sarà, o no? La sbornia totale per l’idrogeno e la scelta verso il partito del “no-metano” fa sì che si sia poi totalmente persa la prospettiva di avere una rete di rifornimento di metano degna di questo nome per i cittadini che volessero scegliere tali mezzi per motivi ecologici e, soprattutto, di portafoglio, Nella Val di Fiemme idrogenizzata manca totalmente qualsiasi possibilità di rifornirsi di metano e gli impianti previsti a Castello-Molina e a Ziano di Fiemme sono rimasti sulla carta, come finora quello di San Michele all’Adige finito in un gorgo burocratico, quello di Arco pare essersi perso nell’Ora del Garda, idem per quello di Zuclo alla pari di quello di Pergine, quello previsto a Levico poi s’è deciso di non farlo. Nell’attesa che si realizzino gli impianti a Trento Nord e quelli, promessi da tempo, nelle aree autostradali di Nogaredo. Credo che il tutto si possa riassumere in poche parole: zero strategia nella mobilità ecologica sia pubblica che privata.

convegno-futuro-idrogeno-trento-2013

Convegno “Idrogeno, tra presente e futuro”