Il cosiddetto “atto di indirizzo” del Consiglio Comunale di Bolzano del 25 ottobre, formalizzato nella delibera n. 98/2016, è l’atto formale con cui l’amministrazione comunale bolzanina intende “spingere” la Provincia a creare una società “in-house” per evitare la gara europea della concessione delle linee prevista per il 2017.
Ma la Provincia ne ha veramente intenzione? Oppure questo atto, come quelli dei comuni di Merano e Laives (se n’è parlato al recente vertice fra Bolzano e Laives), è solo un tentativo in extremis per evitare una decisione (forse) già delineata e (forse), di fatto, politicamente già presa? Finora, stando a quanto letto sulla stampa, non pare che la Provincia intenda farlo.
Quali i motivi? Ne trovo uno su cui da anni, ma per la questione della scelta della trazione (pro metano e contro gasolio), sto battendo: il rinnovo della flotta. Si sa che sono ben 48 bus a dover essere sostituiti (forse 4 di meno considerando i 4 bus elettrici per la nuova linea polo tecnologico-centro?).
Il taglio nel bilancio provinciale 2017
Ma c’è una recente notizia che, se la interpreto bene, dà da pensare. Nella bozza di bilancio provinciale per il 2017, presentata di recente, il settore mobilità ha un calo di risorse di ben 29 milioni. Ma non si sa che cosa sia stato tagliato. Di certo è che appare determinante il fatto che la Giunta Provinciale intenda in futuro rimborsare ai futuri nuovi/vecchi concessionari solo una quota di ammortamento per km. Quindi nessun finanziamento diretto per l’acquisto.
Il tutto lo spiega la delibera 289/2016 della Giunta Provinciale (riguardava il contributo per i bus del consorzio Libus):
A fine novembre 2018 scadono le concessioni esistenti per il servizio pubblico di linea. In futuro questi servizi saranno messi in gara e saranno compensati secondo un prezzo unitario determinato a chilometro. In tale prezzo unitario dovrebbero essere compresi i costi per l’acquisto di nuovi autobus. In questo modo, dall’anno 2019, gli offerenti dei servizi dovranno acquistare gli autobus attenendosi ai criteri di qualità previsti dal contratto di servizio senza che vengano erogati da parte della Provincia ulteriori contributi di investimento. Ciò sprona i gestori dei servizi a mantenere in condizioni migliori e più efficienti il proprio parco veicolare.
Ci saranno ancora acquisti di bus finanziati dalla Provincia?
Ma alla fine, in questo periodo ormai di transizione verso le gare, verranno acquistati questi bus? Se verrà fatto come con i bus Libus, quindi con un contributo calcolato solo per la durata residua dell’attuale concessione, Sasa (e quindi i Comuni di Bolzano, Merano e Lavies) non ha di certo i fondi necessari. Si continuerà con bus sempre più vecchi? Come uscirne? Bella domanda…
Anche se, mi sia permesso esprimere questa critica, mi chiedo perché dal 2012 in poi Sasa non abbia previsto il rinnovo della flotta, ma questo ce lo potrebbero dire solamente i vertici di Sasa… ma ne dubito…
Perché non un nuovo concessionario? Ma manca il confronto fra le due ipotesi e mancano i dati da confrontare
Provocatoriamente, un soggetto che non fosse Sasa gestirebbe in modo peggiore o migliore il servizio? Questo aspetto non è mai stato affrontato. Quindi appare ben difficile dire se sia meglio l’attuale società (Sasa) o un altro gestore (privato, pubblico, nazionale o estero che sia). Senza dati e informazioni il confronto oggi non è possibile. Come si possa essere quindi schierati per una o per l’altra ipotesi, questo non lo comprendo proprio.
Per il resto rimando alla mia recente analisi fatta su salto.bz: Sasa, «quo vadis»? Un’analisi